Chi è Roberto Gentile

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L’EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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CHI VA E CHI VIENE

IL NETWORK DEL MESE

L’AGENZIA DEL MESE

nicolo balini qhuman safariE’ capitato a tutti: sei in auto, ti ferma la Stradale, l’agente ti squadra e ti fa: “Lo sa che Lei è in contravvenzione, vero?”. Tu pensi che stavi andando a 49 km/h, non hai bevuto e il bollo è in regola, quindi boccheggi. E aspetti il peggio.

Questa è esattamente la sensazione che ho avuto quando, sul palco del TTG 2022 di Rimini, ho domandato al mio primo ospite: “Ci spiega cos’è SiVola.it?”. Riposta secca: “Viaggi fighi per gente figa”. Punto. Io, freddato, ho pensato: “Ora questo scende e ci molla tutti come scemi”.

Nicolò Balini è un genio, nel suo campo, e ora vi spiego perché. Lui si presenta così: “Sono Nicolò Balini, fotografo e videomaker bergamasco di 28 anni, viaggiatore da sempre. Ho aperto il mio canale Human Safari nel 2012 e sono diventato negli anni un punto di riferimento per il settore travel di YouTube Italia”. Un milione di iscritti su YouTube, altrettanti follower su Instagram, Facebook e Twitter presidiati (ma si capisce che non gli piacciono). Nel 2019 lui e altri quattro travel blogger (ma oggi preferiscono definirsi “content creator”) fondano SiVola.it, “il primo tour operator formato da un team di professionisti seguiti sui social da milioni di persone, che organizzano viaggi di gruppo sulla base dell’avventura, della propria esperienza personale e dalla diversità del loro punto di vista”. Diversità, ricordate questo concetto. Al TTG hanno presentato una joint-venture con Volonline di Luigi Deli e Luca Adami (che fornisce loro voli e hotel), allo scopo di vendere in agenzia, col brand Teorema Vacanze, i viaggi di gruppo SiVola.it. Coraggiosi.

Nicolò non è un semplice YouTuber, uno che fa video in giro per il mondo (spesso su committenza) e li posta sui social. Human Safari è un “maître à penser”, ovvero uno che “per la sua opera e il suo esempio, rappresenta un significativo punto di riferimento per un gruppo, una società, una generazione”. Mi concedo un paragone azzardato: Nicolò sta ai suoi follower come Zerocalcare sta ai Millennials: entrambi rappresentano i valori, le aspettative, i bisogni della propria community. “Sono” la propria community.

Per capirlo, basta un solo video: “Ovunque vado mangio PIZZA - food tour americano”, che - 48 ore dopo essere stato postato - ha ottenuto 220.000 visualizzazioni, 15.000 like, oltre 350 commenti (a diversi dei quali Nicolò risponde). Attraverso Massachusetts, New England, Rhode Island, Connecticut e infine New York City, con la pizza (!) come fil rouge, Nicolò racconta l’America. A modo (molto) suo.

A Whitman, Mass. mostra l’insegna del ristorante che ha inventato il “chocolate chip cookie”, ovvero il biscotto con le gocce di cioccolato. A Plymouth, Mass. descrive la roccia sulla quale, nel 1620, approdarono i Padri Pellegrini della Mayflower, provenienti dalla Gran Bretagna. Attraversando il 42esimo parallelo ricorda che esso transita anche dall’Italia, precisamente da Termoli. Nel Rhode Island ricorda che è lo stato in cui si trova Quahog, immaginaria cittadina dove vivono i personaggi della serie televisiva “The Griffin” trasmessa sulla Fox. A Mistyc, Conn. va a mangiare da Mystic Pizza e ricorda che lì è stato girato un film con Julia Roberts. A Noak, Conn. prova il “clam chowder” (zuppa di vongole) coi gamberetti (“costosetti, per essere così pochi” nota). Ad Hammonasset Beach fa il bagno al tramonto, nell’oceano, e si rallegra di non aver dovuto pagare il parcheggio. Dopo un giro al supermercato per mostrare i prodotti più insoliti (il latte di capra in polvere) e il “cibo spazzatura di primissima qualità” da Shake Shak, restituisce l’auto a noleggio “Ci hanno mezzo truffato, Thrifty mai più!”. “A fine luglio a New York si sguarascia di caldo” è l’esordio nella Grande Mela, seguito dal Quartier Generale dei Ghostbusters “che spettacolo!”. Dopo la visita al Memoriale dell’11 settembre, a Manhattan, pausa pranzo con street food (“bao” panino cinese cotto al vapore e “churros” per 36 dollari in totale “buoni ma cari”), quindi visita del Museo dei nativi americani (apprezzato il fatto che sia “free admission”). Poi Kat’z Delicatessen: “Diventato famoso per Harry ti presento Sally (la scena di culto dell’orgasmo simulato - ndr), è una mezza trappola per turisti, però raga il panino è troppo buono, quindi non fatevelo scappare!”. Il tour finisce con la visita al negozio di Amazon Go, il tramonto su The Summit e l’addio a Times Square “Ogni volta che passo di qui mi sembra la scena di Capitan American che si ritrova nel futuro!”.

Human Safari in tre mosse:

- svariate citazioni, tra storia e cinema, musica e ovviamente food: comprensibili solo a chi ha gusti, età, vissuto di Nicolò

- il tour è replicabile prenotando su SiVola.it "New York Cinema Tour" da CiakClub “La prima community italiana a parlare di cinema sui social, oggi pronta a portarvi in giro per il mondo per i vostri viaggi di gruppo a tema cinema”

- recensione (N.B. certificata da Trustpilot) di Ilaria T. “Ma cosa ti dobbiamo dire Nik??? GRAZIE di esistere! Ogni storia ogni video è speciale...ricco di sapienza e x niente commerciale....tutto naturale grazie sei uno spettacolo favoloso supersonico....ci fai conoscere posti assurdi, non sono davvero i soliti viaggi dei tuoi colleghi e pensa che c'è qualcuno che si gasa x vedere x l’ennesima volta la solita storia New York e le solite cose commerciali ...anche new York tu la fai sembrare un’altra città sei nato x questo GRAZIE Nicolò” (seguono sei cuoricini - ndr).

Ricordate la diversità di cui sopra? E capite perché Nicolò Balini è un genio? Ora provate ad andare a New York con una guida del Touring.

 

tony faddel qmetaverseNetwork News pubblica le affermazioni dell’ingegnere e designer USA Tony Fadell per due motivi: perché ha collaborato con Steve Jobs nella progettazione di due dei dispositivi più popolari al mondo, iPod e iPhone, e oggi è un’autorità indiscussa (leggi qui); perché le sue affermazioni sono in netto contrasto con la melassa apologetica che sommerge qualsiasi innovazione tecnologica al momento della sua apparizione, soprattutto in Italia: è successo con intelligenza artificiale e realtà aumentata, big data, blockchain e criptovalute, ora tocca al metaverso (che NON è il Meta di Mark Zuckerberg). Fadell non le manda a dire.

Su LogIn del Corriere della Sera: “Il metaverso è puro marketing (e alza in contemporanea il dito medio di entrambe le mani, ndr) e nessuno sa ancora esattamente cosa sia. Abbiamo tecnologie straordinarie in grado di risolvere problemi delle persone e dispositivi che consentono di creare cose che non esistono. Con la gravity sketch per esempio possiamo creare in 3D in ambienti 2D. Mi vedete a giocare in rete e inscenare i panni di un avatar? Il metaverso è solo spazzatura. Non ci si può relazionare con le persone solo tramite uno schermo, perché diventano relazioni tossiche. Quando non ci si relaziona fisicamente, si tende a dire cose che in una situazione reale non si direbbero mai. Così come Second Life prima e i social network adesso, creano conflittualità e discordia, lo stesso accadrà in modo amplificato con il metaverso. Provocherà solo problemi. Le menti andrebbero coinvolte non per fare cose stupide, come Facebook. L'intelligenza delle persone andrebbe applicata per risolvere i problemi reali”.

Su Wired USA: "I think the metaverse is wrong. Yes, there are incredible uses for AR, VR, and XR—if they’re focused on a certain task. But in the virtual world, the meta world, whatever you want to call it, I can't look into your eyes, I can't see your face, to build trust and a real personal connection. There’s no dancing in the virtual world when people don't even have bodies. When I'm actually with someone, my hair stands up on the back of my neck, because my body has a sensor for that. But there's another reason I say fuck the metaverse. We have scarce brains, scarce resources, and very scarce time to fix the climate crisis. In 2008, when we had the Green Revolution, there was a lot of environmental activity in the world of startups. But social mobile stole all the brains and the talent away from the green problem. Now the climate crisis is worse than ever. And all those smart brains and all that money is devoted to solving a problem we don't have versus solving a problem we do. That's utterly wrong".

Se volete leggere un’altra campana, clicca qui per leggere l’intervista del TTG a Massimiliano Nicolini.

 

luca patanepatane su qn25jun18 lowLuca Patanè, presidente del Gruppo Uvet, non disdegna di parlare con la stampa, soprattutto quando si tratta di descrivere progetti e new business. Ma raramente parla di sé e della sua storia personale. Lo ha fatto a giugno 2018 con una bella intervista a Quotidiano Nazionale nella quale non solo ha rivelato che, arrivato in azienda poco più che ragazzo, ha “eliminato vari soci, liquidato anche alcuni parenti” e preso il controllo della società, ma anche cosa succederà tra qualche anno. Alla domanda È previsto l’ingresso della terza generazione?” Patanè risponde: “Mia figlia sta completando gli studi in Hospitality a Boston, e poi sarà pronta. Mio figlio lavora già nell’ufficio in Svezia dedicato all’on line (flygpoolen.se – ndr). Entrambi sono appassionati di turismo”. Sulla successione, il collega-concorrente Franco Gattinoni non ha pari cartezze.

 

min turismo logo qcombined pil“Il turismo volano dell’economia nazionale lo è davvero, con un minimo di organizzazione possiamo passare dal rappresentare il 13% del Pil al 20%. È un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile” ha dichiarato a fine maggio 2022 Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo da due anni, durante una cerimonia pubblica nelle Marche. L’ANSA riporta il virgolettato sul quale esprimiamo tre timide riserve: passare dal 13 al 20% del Pil significa un incremento del 54%, corrispondente alla cifra monstre di 113 miliardi di euro, visto che il Pil del turismo nostrano è stimato in 210 miliardi (pre-pandemia, ovvio). Poi, che sia sufficiente “un minimo di organizzazione” lo dica ai balneari, che sulle concessioni litigano dal 2006 (“Direttiva Bolkestein” della UE). Infine, l’intrepida affermazione che “l’obiettivo sia ambizioso, ma raggiungibile” rafforza lo scetticismo che - già nel 2021 - esprimemmo sulla rinascita del Ministero del Turismo.

 

severgnini beppe“Quando un navigato imprenditore o un intellettuale stagionato non avrà più una segretaria a disposizione, dovrà chiamare la vecchia agenzia di viaggio. Che, nel frattempo, avrà chiuso.” Ecco un altro, ennesimo profeta di sventura. Le agenzie di viaggi appartengono al passato, moriranno tutte. È una storia vecchia, iniziata da Bill Gates in piena new economy: “Travel agencies will be the first to pay the price for the internet development, the first to disappear from the market. This is why I created Expedia”. Poi però Expedia l’ha venduta e internet le agenzie di viaggio le ha devastate, ma non annientate. Ho già scritto di business che sembravano ben più redditizi del nostro, e che han fatto una brutta fine: i “compro oro”, le sigarette elettroniche e Blockbuster. Quello che mi dà fastidio, del fondo di Beppe Severgnini, direttore del magazine 7 del Corriere della Sera, è il fatto che le agenzie di viaggi vengano considerate un retaggio del passato e che i viaggiatori moderni, iperconnessi e geolocalizzati, ne faranno volentieri a meno. Non è vero e lo san tutti: vuoi comprare un volo low-cost e un pernottamento in hotel? Allora Expedia e Booking non hanno eguali. Vuoi organizzare un tour in 4x4 in Patagonia sulle tracce di Bruce Chatwin? Provaci, con Expedia o Booking.