Riflessioni su ascesa e declino dei network di agenzie
A maggio 2012 pubblicavo una tabella intitolata “il Club dei 100” (tanti erano i network di agenzie in Italia) e questa era la classifica dei primi 10, per numero di punti vendita: Geo (Bravo Net e HP Vacanze Network), Welcome Travel, Uvet ITN, Bluvacanze, Open Travel Network, G40 Mondo di Vacanze, Robintur, Marsupio Group, Travel Co., Holding Vacanze. Gattinoni Travel Network era al 14^ posto, con 160 agenzie, molto lontano dal podio (Geo ne annoverava 1.579, Welcome 1.110, Uvet ITN 848). Aggiungo che il picco di reti attive in Italia era stato raggiuto due anni prima (121 network, nel 2010) e che quello delle agenzie operative sarebbe stato raggiunto a fine 2012 (12.500, ma su questa cifra non ci siamo mai messi d’accordo). Basterebbero questi numeri per comprendere la rivoluzione che il retail turistico italiano ha vissuto in questi 11 anni. Ecco qualche riflessione dettata da 25 anni di esperienza nel settore: 1. Le macro-aggregazioni hanno vinto, anzi stravinto. Ero stato facile profeta, quando nel 2013 teorizzavo il concetto: “Sono macro-aggregazioni i network di cospicue dimensioni (da circa 300 p.v. in su) che erogano servizi alle agenzie affiliate (di proprietà o indipendenti), ma talvolta anche a quelle contrattualizzate da reti più piccole (a loro volta indipendenti o controllate in tutto o in parte). Opera come una centrale di acquisto, negoziando coi fornitori (compagnie aeree, GDS, supplier vari) e talvolta è integrato a monte (ovvero un t.o. o un fornitore ne detiene la maggioranza del capitale e, in tutto o in parte, il controllo)”. Integrato a monte, all’epoca, era solo Welcome, Bluvacanze sarebbe stata acquisita da MSC Holding due anni dopo. Oggi dominano Welcome Travel Group, Gattinoni Mondo di Vacanze/MyNetwork, Bluvacanze e Uvet (quest’ultima arrancando un po’). 2. Pesce grande mangia pesce piccolo. Facile profezia anche questa, con una - eclatante - eccezione: sarebbe stato Gattinoni, all’epoca molto più piccolo, a comprare G40 Mondo di Vacanze (il nome del network arriva da lì), Robintur, Marsupio Group e Fespit (quest’ultimo fuori dalla top ten) per un totale - nel 2012 - di 1.458 agenzie. Regola invece applicata da Welcome con Geo e da Uvet con ITN, Open Travel Network e Travel Co. Le economie di scala, soprattutto in tempi di crisi, prevalgono sempre. 3. Quando il fondatore abbandona, il suo progetto perde di slancio. Vale per tutti i settori, industriali e non: quando colui che ha fondato l’impresa se ne va, o viene estromesso, difficilmente il business rimane in piedi. Anche qui con un’eccezione, perché la Bluvacanze di MSC Holding è oggi più strutturata e solida di quanto fosse ai tempi dei fondatori Manzini e Dal Zilio. Vale invece per Michele Di Stasio di Open Travel Network, Corrado Ceriani e Maurizio Bosia di Travel Co., Mario Malerba (oggi con qualche rimpianto...) di ITN, Marsupio Group di Paolo Babbini e Caravita padre e figlio; infine - andando più indietro - per Enrico Scotti e Adriano Biella di Buon Viaggio Network. Con Buon Viaggio Network si completa il cerchio, perché si fa partire dalla sua fondazione, nel 1990, l’era dei network di agenzie in Italia. Sono passati più di trent’anni.
Il podcast Valtur sul Cristallo di Cervinia, quando va bene anche per le agenzie
E’ stata un successo, la prima stagione di Valtur con il Cristallo Ski Resort & Spa di Cervinia: premiata da una cospicua presenza straniera e sostenuta da un bouquet di servizi (la spa, ad esempio) unici nella valle del Cervino. Per la promozione del suo primo resort montano, Nicolaus Valtur ha scelto un canale innovativo, mai sperimentato prima in Italia: il podcast “Valtur presenta: Cervinia", realizzato dall’agenzia Hypercast, voce narrante e protagonista Gloria Aura Bortolini. La giovane giornalista (con importanti trascorsi in RAI) ha raccontato la sua esperienza con 30 audio di durata variabile (da 1 a 23 minuti ciascuno), declinati in tre rubriche: “Voci di Cervinia”, “DNA Valtur” (dedicata al team coinvolto nell’esecuzione del progetto) e “Cristallo Ski Resort”, un vero e proprio diario di viaggio. Ci sono tre motivi per i quali l’operazione merita di essere ricordata: 1. Il podcast è un mezzo ideale per condividere storie, informazioni e conoscenze: la voce umana è calda e coinvolgente, l’assenza di immagini aiuta la concentrazione, cuffie e auricolari di nuova generazione permettono un ascolto ideale, la connessione senza limiti di tempo e di spazio rende l’esperienza adattabile alle esigenze dell’ascoltatore. La fedeltà degli ascoltatori alla radio - di cui il podcast è la versione 2.0 - lo testimonia da più di un secolo. Il successo del nuovo mezzo è riscontrabile nella classifica dei “10 podcast italiani più popolari a maggio 2023”, secondo Italia Podcast: dal leader “Indagini” a “Elisa True Crime” (il giallo va forte), dallo storico Alessandro Barbero al comico Luca Bizzarri, ormai gli ascoltatori si misurano a centinaia di migliaia. 2. La voce narrante dev’essere professionale e coinvolgente; il montaggio dinamico e moderno: Gloria Aura Bortolini ha portato alla sua esperienza di giornalista televisiva. “Per comprendere come realizzare un buon podcast azzardo un paragone televisivo” riflette Gloria Aura “Quando nel 1998 RAI 3 lanciò ‘Alle falde del Kilimangiaro” con Licia Colò i documentari di viaggio erano caratterizzati da immagini lente, patinate, tipo album di belle fotografie. Quando sono arrivata io, nel 2012, era cambiato tutto, grazie alla tecnologia e al digitale. Oggi si lavora con i droni, che permettono riprese prima impossibili, il montaggio è ritmato, assistiamo a un vero e proprio bombardamento di immagini. Stesso ritmo narrativo, vivo e incalzante, va applicato anche nei podcast: a differenza della televisione, però, qui l’immaginazione è accesa dai suoni e dalla voce narrante. Il podcast, come un buon libro, ti tiene compagnia, lasciando a te il compito di immaginare ciò che non vedi”. 3. Il catalogo per le agenzie di viaggi; il podcast (e i social) per il cliente finale: sempre difficile separare nettamente i canali di vendita di un resort turistico, ma - semplificando al massimo - per il b2b il catalogo, il sito, le site inspection restano imprescindibili; per il b2b l’impegno sui social è prioritario e il podcast completa il presidio di FB, Twitter e ovviamente Instagram e TikTok. “Nel podcast racconto la mia esperienza al Cristallo, a Cervinia, in montagna” spiega Gloria Aura “Mi metto nei panni del mio ascoltatore ideale: cosa farebbe, se fosse qui al posto mio? Vorrebbe andare a sciare, provare la motoslitta, rilassarsi nella spa, assaggiare le specialità gastronomiche del luogo, conoscere lo staff e la gente locale, fare tardi bevendo e ballando... Ecco, io faccio tutto questo, e poi lo racconto”. Conclusione: podcast e agenzie di viaggi possono andare d’accordo. Non era scontato.
Apple e Uniqlo insegnano a un agente di viaggi come gestire un negozio
A ottobre 2019 ho visitato l’Apple Store aperto a luglio 2018 in Piazza Liberty e il flagship Uniqlo, inaugurato a settembre 2019 in Piazza Cordusio: entrambi a Milano, che ormai è un must del retail mondiale. Entrambi brand globali e leader di mercato: Apple nella tecnologia (iPhone, iPad, Apple Watch, Mac, il sistema operativo IOS ecc.) e Uniqlo nel “life wear” (al secondo posto nel mondo, come produttore di fast fashion, avendo superato la svedese H&M e alle spalle dell’iberica Zara). Visitare un negozio gestito da brand conosciuti da miliardi (non milioni, miliardi) di consumatori fa un certo effetto, a cominciare dal fatto che quello che vedi a Milano è uguale a quello che un australiano vede a Melbourne o un argentino a Buenos Aires. Hai la sensazione che Apple e Uniqlo si rivolgano a una clientela di 7,7 miliardi di persone, ovvero a chi abita il mondo nel 2019. Tutti, nessuno escluso (beh, aborigeni del Borneo a parte, forse). Cosa può imparare un agente di viaggi da Apple e Uniqlo? Molto, moltissimo: provo a riassumerlo in quattro punti. 1. Tutto è ordinato, tutto è pulito. Apple Store apre alle 10.00 in punto del mattino, tutti i giorni dell’anno. Prima dell’apertura, c’è chi si occupa di disporre iPhone e iPad sui grandi banconi in legno, rigorosamente in posizione verticale e alla medesima distanza dal bordo; chi lucida monitor e schermi (uno a uno, iPhone per iPhone); chi controlla che il salva schermo di ogni Mac (uno a uno) abbia la stessa immagine e non ospiti icone inutili. Alle 10.00 in punto il team Apple, in t-shirt con mela di ordinanza e disposto strategicamente in negozio, accoglie i primi clienti con un sorriso. Domanda di controllo per l’agente di viaggi: La tua agenzia è pulita e ordinata? I cestini della carta sono vuoti e la scrivania non è sommersa di carte? Accogli il primo cliente del mattino con un sorriso e un “Buongiorno! Si accomodi, cosa posso fare per Lei?”. 2. Il cashmere accanto alla t-shirt, ognuno ha il suo prezzo. Da Uniqlo vanno forte i maglioni in cashmere, che costano da € 69,99 in su. “A Milano ne offriamo 50 colori, all’estero arriviamo a 36, ma gli italiani amano il cashmere, lo scelgono con molta attenzione” racconta un manager Uniqlo. A poca distanza, si trovano decine di t-shirt (rigorosamente no logo, come tutto in Uniqlo) a 15 euro. Il cashmere è un prodotto di alta gamma (anche se costa meno di 100 euro), la maglietta è un accessorio low-cost: la cura che Uniqlo mette nel venderli è la stessa. Domanda di controllo per l’agente di viaggi: Sei sicuro di trattare allo stesso modo il signore anziano che ti chiede un biglietto del treno regionale e la coppia di giovani sposi con la lista nozze da 5.000 euro? 3. Sostenibile non è più l’eccezione, è la regola. I sacchetti dove riponi l’iPhone e la felpa Uniqlo sono rigorosamente in carta riciclata. I jeans che Uniqlo ti vende sono prodotti con un risparmio fino al 99% nel consumo di acqua per realizzarli. Apple s’impegna a recuperare ogni singolo elemento di un iPhone o di un iPad e a smaltirlo nel modo più ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente possibile. Sostenibile non è più solo uno slogan, è il modo col quale questi brand affrontano il business. Domanda di controllo per l’agente di viaggi: Quanto sei sensibile al tema? Quanto la tua agenzia dimostra al proprio cliente di essere plastic-free e rispettosa dell’ambiente? 4. Off line e on line, non c’è più differenza. Comprare in negozio o acquistare rigorosamente on line. Provare un capo in un camerino o testare il nuovo iPhone 11 in un Apple Store, ma poi comprare quel capo o quell’iPhone on line (magari con lo sconto). Per Apple e Uniqlo non fa nessuna (nessuna) differenza. L’importante è che tu compri un LORO prodotto, non dove/quando/come lo acquisti. Domanda di controllo per l’agente di viaggi: Pensi ancora che internet sia un nemico e che il cliente che ti smanetta davanti, mentre gli fai un preventivo, sia un maleducato? Se sì, controlla il fax, che è finito il toner per la carta chimica.
Tanto tuonò che piovve e Gattinoni si mangiò le 260 agenzie Robintur (e cosa succede adesso)
Era scritto, anzi risaputo, da mesi: il 17 giugno 2022 il gruppo guidato da Franco Gattinoni ha comunicato l’acquisto di Robintur Travel Group, ovvero la divisione viaggi di Coop Alleanza 3.0 (uno dei colossi della GDO, visto che se la gioca con Esselunga, Conad, Selex, Carrefour e ha quasi 3 milioni di soci). Cosa succede adesso, nella distribuzione turistica italiana? Ve lo dico, con due premesse. Chi non fa previsioni non sbaglia: io le ho sbagliate, perché a marzo 2022 avevo scritto che il deal milanese/bolognese avesse più contro che pro; i dettagli dell’operazione li leggete qui, io mi soffermo sulle conseguenze, prevedibili e non. 1) Gattinoni diventa il più importante polo distributivo - indipendente - di viaggi in Italia Il Gruppo Gattinoni (ovvero Gattinoni & Co Srl e Gattinoni Travel Network Srl) presieduto dal fondatore e azionista unico Franco Gattinoni e diretto da Sergio Testi, somma alle 1.430 agenzie (32 di proprietà, le altre indipendenti, raccolte sotto i network Gattinoni Mondo di Vacanze e My Network) le oltre 260 a insegna Robintur o Viaggi Coop (94 di proprietà, le altre 170 circa sotto le società controllate Robintur Travel Partner, Via con Noi, le agenzie Conero Viaggi di Ancona, Cherry For Fun di Vignola e Orchidea Viaggi di Segrate; oltre alla divisione corporate BTExpert e al tour operating di Egocentro, coi brand Firmatour e Atitur, da considerarsi a parte). Con 1600 agenzie Gattinoni ora se la gioca con Welcome Travel Group, il network di proprietà Alpitour e Costa Crociere, che a marzo 2021 ha acquisito Geo Travel Network e di agenzie ne annovera 2.500 circa. Però mentre Welcome ha proprietà industriale (Alpitour vende viaggi, Costa vende crociere) Gattinoni è e resta, nonostante le sortite nel tour operating in house, un gruppo eminentemente distributivo. Il rapporto è quello che, citando la GDO, avrebbe l’Esselunga (ovvero il retailer puro) con Barilla o Ferrero (ovvero la produzione) se questi due si comprassero, mettiamo, i supermercati Coop. 2) Le macro-aggregazioni si riducono a quattro: Gattinoni e Uvet, Welcome e Bluvacanze Uno che invece le previsioni le azzeccava era il re d’Egitto Fārūq, che pare abbia vaticinato, in punto di morte: “Nel XXI secolo resteranno solo cinque re: quelli dei mazzi di carte e l’inquilino di Buckingham Palace”. Il sottoscritto, molto più modestamente, è dal 2013 che scrive di macro-aggregazioni e nel 2015 ne elencava otto. Oggi ne restano quattro: due “industriali” (Welcome e Bluvacanze, che appartiene al Gruppo MSC) e due indipendenti, appunto Gattinoni e Uvet (quest’ultima alle prese con un’importante piano di ristrutturazione "dopo alcune stagioni complicate" e Massimo Segato come manager incaricato). Ne consegue che tour operator e compagnie di navigazione (che non siano Alpitour, Costa e MSC Crociere), compagnie aeree e DMC, compagnie di assicurazione e servizi finanziari, di opzioni per fare business - ora - ne hanno meno di prima. Anche per questo, l’abortita operazione TOgether di ottobre 2020 suscita un po’ di rimpianti, lato t.o. Capisca chi vuol capire. 3) Gattinoni si consolida tra i leader nel segmento corporate travel Si sa tutto o quasi delle 1.430 agenzie Gattinoni (che - ricordo - sono la somma di G40, One! Travel Experience, Le Marmotte, Fespit, Marsupio, SeaNet) e molto meno della divisione corporate, dove i competitor sono colossi come CWT, Uvet GBT, BCD Travel, Cisalpina Tours, ACI Blueteam. L’operazione Robintur porta in dote due gioielli, ovvero BTExpert Srl (la società creata da Robintur nel 2018 integrando quattro rami d’azienda attivi nel travel management: Bonomia Viaggi, Planetario BT&I, Boem & Paretti e Antonietti Viaggi) e Orchidea Viaggi (creatura dell’imprenditore di lungo corso Gianfranco Mainardi, acquisita nel 2019). Solo considerando il “bigliettato” IATA e non, sono decine di milioni di euro che Gattinoni farà pesare alle compagnie aeree, IATA e non, anche sul segmento leisure. 4) Il management Robintur viene confermato, per ora “Nel nuovo CdA di Robintur Travel Group” cita il comunicato stampa del 17 giugno 2022 “rimarranno in carica il presidente Stefano Dall’Ara, l’a.d. Claudio Passuti e farà il suo ingresso, come consigliere, Tina Giglio”. Dall’Ara, Passuti e Giglio sono manager preparati e hanno condotto Robintur con mano ferma, dal 2016 a oggi. “Il management di Gattinoni verrà integrato con quello di Robintur” chiosa Franco Gattinoni “Potremo favorire sinergie, coesione e spirito di squadra fra due aziende dalla forte identità”. Nelle precedenti acquisizioni/fusioni (ripeto, sono tante: G40, One! Travel Experience, Le Marmotte, Fespit, Marsupio e SeaNet) la linea è stata quella di un ridimensionamento e/o ricollocamento del management originario. Vista la complessità dell’operazione e il “portato” dell’acquisito, è auspicabile che stavolta non vada così. 5) Dove sarà Gattinoni tra cinque anni Domanda da un milione di dollari, quindi non azzardo una risposta. Andiamo per esclusioni: tra 5 anni Franco Gattinoni avrà una settantina d’anni, portati alla grande, con una bella famiglia e il desiderio - sempre avuto, grazie ai natali su “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno...” - di godersi la vita; difficile - considerati anche i due recenti anni di tregenda, causa pandemia - che sia sempre operativo sul ponte di comando: magari assumerà un ruolo più "presidenziale". Passaggio generazionale: Gattinoni è un’azienda familiare e le eredi ci sono, ma - per interesse e per età - potrebbe non essere quella la strada. Management byout: operazione complicata, peraltro adombrata tempo fa da Gattinoni stesso, a sottolineare la bravura e la pervicacia della prima linea di fedeli manager (Sergio Testi, Antonella Ferrari, Eros Candilotti, Isabella Maggi, Sabrina Nadaletti, Michela Bellomo); fossimo a NYC o a Londra, possibile; a Milano/Lecco, meno. Di ipotesi ne resta una sola. Ai posteri l’ardua sentenza.
Non c’è più futuro per i network fuori dalle 6 macro-aggregazioni
Lo scrivevo nel 2018, lo ribadisco adesso: non c’è più spazio fuori dalle 6 macro-aggregazioni (Geo Travel Network, Welcome Travel, Uvet Travel System, Gattinoni, Robintur e Bluvacanze). Dimensioni, potere d’acquisto ed economie di scala dei leader riducono le poche reti rimaste indipendenti al ruolo di comprimari, senza futuro. Ecco tre esempi a suffragio della mia tesi. Franco Gattinoni (dopo G40, Le Marmotte e One! Travel Network) ha messo le mani anche su Marsupio completando una campagna acquisti seconda solo a quella - magari più trasversale - del competitor Luca Patanè. Non lasciatevi ingannare dalle parole di chi ha ceduto, Marsupio e Fespit sono sul mercato da anni, non foss’altro perché Guglielmo Isoardi (azionista di minoranza, ma di peso, con la sua Exito) non vedeva l’ora di monetizzare un investimento che risale ormai ad altri tempi e altre strategie. Mentre le agenzie Marsupio e Achille Lauro NeTravel entrano nell’orbita Gattinoni, vedremo cosa succederà a Fespit (la cui proprietà è però da tempo più interessata a SimpleCRS, che a sviluppare la rete). Ivano Zilio di Primarete Network annuncia l’apertura di quattro (!) sedi e riconosce saggiamente che “Non è facile emergere in un mercato dove l’unica legge considerata praticabile è quella del pesce grande che mangia il pesce piccolo”, ma alla fine controlla 200 agenzie col partner Travelbuy ed è da sempre alla ricerca di un cappello sotto il quale collocarsi (vedi l’adesione a Blunet del 2016) per difendersi dal “pesce grande” (o meglio, per raccogliere le briciole del banchetto). I proprietari di Frigerio Viaggi dichiarano di voler diventare “veri e propri spacciatori di tempo libero”, a testimonianza della volontà di essere originali e differenziarsi dalle altre reti, puntando su business paralleli: però le agenzie aderenti a Frigerio Viaggi Network sono più o meno le stesse da anni e non raddoppieranno certo nei prossimi. Chi resta delle 14 reti indipendenti che elencavo solo due anni fa? Poco o nulla: GiraMondo rimasta a presidiare il suo orticello franchising; la cooperativa bolognese Civaturs, i “rumeni” di Atlassib... Oltre ai quasi-carbonari ritorni di Maurizio Bosia ex Travel Co. con VeryNet e di Mario Malerba ex ITN con i Consulenti di Viaggio (un altro?!) di Tourist Smile. Ma non ci sono nuovi network? Peggio mi sento. Unica recente new-entry, Enjoy MyTravel Network, fondato a febbraio 2017, che neanche un anno e mezzo dopo ha cambiato amm.re delegato, ma non ha certo segnato il mercato. Un’agenzia di viaggi è quindi obbligata ad aderire a Geo Travel Network o Welcome Travel, a Uvet Travel System o Gattinoni, a Robintur o Bluvacanze, oppure a star fuori dal mercato? Certo che no, può starsene anche (e bene) per conto proprio. Ma altre scelte non ne ha.
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